giovedì 17 settembre 2015

Quasi Quasi

Difficile. Difficile. Difficile.
 Informazione. Informazione. Informazione.
Prevenzione. Prevenzione. Prevenzione.
Organizzazione. Attuazione. Risultato.

Queste sono le parole che negli ultimi otto mesi mi sono venute in mente più spesso. Sembra quasi che nel settore dove noi cerchiamo di operare il GAP ci sia come una sorta di situazione " neutrale "  dove l'importanza di questi termini non sia così rilevante.

L'informazione sui dati reali del  gioco d'azzardo patologico è difficilmente raggiungibile ( se esistono dei dati seri e controllati), quindi non si riesce a divulgare l'importanza del problema in modo serio se non con articoli presi qui e là  e pubblicati da qualcuno che è già interessato al problema.

I mass media pubblicano articoli soprattutto quando succedono delle vincite cospicue o quando ci sono reati importanti commessi da sedicenti giocatori. Hanno nei loro badget pubblicitari clienti che commissionano spot pubblicitari ingannevoli ( ti piace vincere facile' ; il gioco è vietato ai minori ).

La prevenzione sul gap è praticamente inesistente. I nostri giovani hanno possibilità di giocare ovunque senza tutti quei controlli che sarebbero necessari. Addirittura sembra che la maggior parte di essi non abbiano neanche il controllo genitoriale sull'uso del computer e dei filtri per non accedere a certi siti che di gioco d'azzardo si occupano.

Se ci mettiamo anche la difficoltà che incontra il giocatore patologico ad intraprendere una cura sia per proprie  responsabilità sia per la convinzione generale della non gravità della patologia mi vengono in mente dei pensieri strani.

Quindi sembra che questa sia una non malattia.

Quasi quasi torno a giocare.

 No non ci torno a giocare perchè diventare un giocatore patologico ti fa stare veramente male, ti ruba l'intelligenza, ti ruba la voglia, ti ruba la vita. Io lo so. E' UNA VERA PATOLOGIA CHE HA BISOGNO DI CURE E ASSISTENZA VERA io lo so.


Al prossimo vaneggio

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